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Nel vortice degli ultimi mesi pieni di eventi e presentazioni ho avuto la fortuna di conoscere, quasi per caso, una giovane azienda to.do.lab, un’agenzia di comunicazione che si occupa di marketing, web marketing e web design, graphic design, prodotti e servizi visual (video, foto e audio), consulenze, socials, creazione di App. In poche parole è un laboratorio di idee che vive la creatività e progettualità a 360 gradi proponendo una risposta completa alle esigenze dei clienti e trovando per loro le soluzioni mirate e meglio adatte.

Inoltre to.do.lab ha dato l’inizio anche a To Do Brand, il fashion marketplace tutto italiano. E’ un sito web dedicato all’e-commerce, una vetrina multibrand, un store online che promuove gli emergenti brand italiani ad un pubblico internazionale.

Per Natale ho avuto l’occasione per curiosare e testare questa piattaforma creando la mia personalissima wishlist.

Ovviamente qualsiasi azienda è sopratutto fatta da persone. to.do.lab è una squadra di giovani che mi ha conquistato con il suo entusiasmo, spirito positivo, energia, idee, personalità e professionalità. Incontrarli ed intervistarli è stato come una ventata, fresca e coinvolgente.

Ci siamo incontrati nel loro spazioso ufficio che è anche lo studio di produzione e abbiamo cominciato a parlare con Andrea Russo e Rosa Catapano proprio del progetto To Do Brand.

Quando è stato lanciato?

Andrea: è più di un anno che ci lavoriamo, perché un marketplace non nasce dall’oggi al domani, sopratutto se fatto bene. Nel giugno 2016 siamo andati online dopodiché abbiamo fatto un restyling come qualsiasi progetto che si lancia. Più passa il tempo più aggiusti il tiro. Ora siamo arrivati alla versione definitiva. Dico “definitiva” tra virgolette perché comunque siamo sempre in fase di aggiornamento.

To Do Brand è il figlio di to.do.lab, creato e curato completamente da noi, dalla parte grafica passando per la parte di programmazione. E a breve ci sarà anche l’app. Ci siamo ricavati una fetta di mercato orientandoci verso i brand emergenti o totalmente nuovi, al made in Italy, che offrono il prodotto di qualità. To Do Brand permette a brand emergenti di vendere online, che abbiano o meno un proprio e-commerce. Ogni brand può gestire il proprio account, la quantità di prodotti da mettere in vendita, o affidare tutto a noi se non può seguire la cosa. Il fatto importante è che noi offriamo tariffe vantaggiose per i pagamenti e le spedizioni trattando grossi volumi. Per un brand emergente che lavora da solo sarebbe difficile farsi carico dei costi di gestione.

Rosa: molti brand, sopratutto giovani, più che cercare gli store sulle strade dello shopping, cercano gli store online perché hanno un costo inferiore e rischio minore.

Andrea: Ora abbiamo più o meno una cinquantina di brand. Per il momento c’è prodotto fashion, uomo, donna e bambino, abbigliamento e accessori. Oltre alle aziende emergenti pensiamo di aggiungere anche l’area designer, con le aziende un po’ più forti. Ma sempre con prodotti di nicchia e ricercati, che magari non troverai su altre piattaforme, per mantenere la linea del To Do Brand.

Io sono una di quelle che ancora preferiscono lo shopping classico, nei negozi. Datemi almeno un motivo perché uno dovrebbe preferire lo shopping online?

Rosa: perché eviti lo stress ,il traffico in centro e lo sciopero dei mezzi.
Non esistono problemi d’orario.

Andrea: non ci sono problemi di stagione online, puoi trovare la T-shirt o il costume anche a gennaio. E poi per una questione di comodità e di tempo. La spedizione ti arriva direttamente a casa nell’arco di 24/48 ore.

E se non mi sta bene? 

Andrea: se non ti sta bene hai diritto di reso entro 14 giorni, puoi rispedire indietro il prodotto e ti verrà cambiato.

Rosa: e c’è comunque il servizio clienti, il customer care, attivo 24 ore su 24, da contattare per qualsiasi dubbio.

Fate anche delle spedizioni all’estero?

Andrea: sì, facciamo le spedizioni in tutto il mondo, anche in Russia.

A questo punto ci raggiunge Gerardo Catapano e parliamo del to.do.lab.

Raccontatemi della vostra attività.

Gerardo: to.to.lab esiste da 3 anni, nasce come laboratorio creativo, come un punto nel quale poter incontrare le soluzioni adatte alla gestione dell’immagine del proprio brand, della propria azienda. Viene dal mio percorso personale come freelance, esperienze e collaborazioni con altre agenzie. Io il freelance lo gestivo a modo mio, lo affrontavo nel sincronizzare e coordinare diverse risorse: fotografia, video, grafica, web. E questo mi ha portato a voler creare un’unico punto prendendo la responsabilità per la gestione di tutti questi aspetti.

Nasce come un punto unico appunto, a differenza dalle agenzie tradizionali, dove poter gestire tutte le cose che servono per creare immagine, dal web, dai social, dalla grafica e la realizzazione dei materiali grafici per le pubblicazioni, dalla gestione, ideazione e realizzazione video, foto, tutta la parte audiovisiva. Sia con le risorse interne che risorse esterne. Arriviamo fino alle web app.Io vengo dalla formazione tradizionale, in economia, per poi passare agli studi di brand management all’Istituto Europeo di Design di Roma. Quindi partiamo sempre dall’analisi del brand, dell’azienda, fino allo studio di fattibilità per trasformare l’analisi in strategia. Posizioniamo il brand online e offline, realizziamo le campagne di comunicazione avvalendoci dell’opportunità di produrre tutti i materiali internamente. Avete dovuto superare tanti ostacoli e difficoltà avviando la vostra attività?La difficoltà oggettiva nell’organizzare bene il lavoro è nel poter confezionare un’offerta adeguata al pubblico di riferimento. Dico con estrema sincerità fino ad oggi difficoltà non ce ne sono state, anzi stiamo triplicando i numeri e le dimensioni e questo fa piacere. Insomma, stiamo facendo un percorso in crescendo. Questo è importantissimo, sopratutto oggi che si continua a parlare della crisi e di problemi. Dal punto di vista della comunicazione, che ne ha risentito sicuramente, io penso che la crisi non sia una situazione di fatto generale. La crisi non è altro che il cambiamento delle dinamiche tradizionali del vivere quotidiano e del business. Puoi cavalcare e superare questo stato di crisi soltanto cambiando il modo di reagire al quotidiano.Ho appena compiuto 30 anni ed ho trascorso gli ultimi 12 anni nella comunicazione. Che cosa è cambiato? É cambiato il modo di affrontarla e di utilizzare gli strumenti di comunicazione. Siamo passati dalla comunicazione offline alla comunicazione digitale. Siamo passati al brand che comunica, al brand amico. E’ necessario interagire, comunicare davvero. Brand deve dialogare ed avere reazioni misurabili e testabili con degli strumenti moderni. Avete una preferenza tra i settori con cui lavorate o lavorate con tutti?Il nostro settore principale che poi ci ha portato ad affacciarci nell’e-commerce e quindi a fondare To Do Brand, è il settore del fashion. Ma seguiamo più o meno tutti i settori. Un’altra parte interessante con cui lavoriamo, anche se forse più negli anni precedenti, prima dell’EXPO, è il food. Abbiamo seguito il lancio di 3 franchising di street food.Seguiamo anche i settori di formazione, lavoriamo con 2 accademie, le strutture alberghiere e ricettive. Oltre al fatto che noi facciamo anche supporto come ghost agency per progetti di comunicazione per aziende molto importanti.Quanti siete adesso?Attualmente siamo 6 persone. Tra l’altro giovanissimi, l’età media 25 anni. Abbiamo tutti delle competenze diverse. Oltre al nostro team apriamo spazio a tantissime collaborazioni esterne che per il periodo di supporto del brand diventano quasi interne. Abbiamo ampio spazio per poter accogliere chi collabora al progetto, per poterlo seguire al meglio.
La cosa principale comunque che vogliamo comunicare è che le nostre porte sono aperte a tutti, incluso i freelance e i giovani. Anzi, abbiamo in programma incontri sul tema per i giovani operatori del settore con un eventuale inserimento nell’organico che fa da tramite al lavoro che noi facciamo per le aziende che seguiamo. Non abbiamo una opzione di candidature online, ma valutiamo i tanti CV che ci arrivano via e-mail. Io dico sempre che il creativo non è solo uno che sa fare grafica o scrivere ma anche uno che sa porsi, presentarsi. Deve essere non solo creativo, ma anche intraprendente.Qualche parola sui vostri progetti in cantiere e collaborazioni?Ecco una delle nostre collaborazioni: siamo sponsor e partner di una web-series che si chiama “Prime donne” prodotta da Infinity, Mediaset e da dispàrte, una casa di produzione giovane romana, con diverse attrici italiane emergenti e non, che ha vinto un premio al Lucca Film Festival ed è stata finanziata da Infinity per il 50% del totale del budget. Questa serie partirà dal web, poi sarà presente ovviamente anche su Infinity e chissà magari anche direttamente su Mediaset. Abbiamo sostenuto questo progetto, anche come sponsor. In più per la campagna di crowdfinding promossa da Infinity abbiamo messo a disposizione dei voucher dello stesso valore di quanto donato a tutti i donatori per la campagna. Questo con To Do Brand.Come to.do.lab nell’ultimo periodo stiamo avviando collaborazioni per il product placement per la promozione di brand. Ad esempio lavoriamo con RM913, brand di accessori in particolare orologi uomo/donna made in Italy. Ogni orologio è abbinato ad una città italiana. Noi abbiamo seguito per questo brand l’intero progetto: lo studio del brand, il target, le analisi di mercato fino alla realizzazione delle strategie di posizionamento online e offline. E adesso in cantiere c’é una campagna importante per primavera che presenterà il nuovo modello della produzione.Cosa vi piace del vostro lavoro?Io sono entrato in questo settore a 18 anni e sono fortunato perché ho fatto della mia passione un lavoro, che suona forse come una frase fatta, ma è così. Sono partito dalla grafica, foto e video, poi il mio ruolo è diventato più manageriale e di gestione risorse ma quando mi è possibile torno a lavorare in prima persona, specialmente per foto e video, proprio perché dietro c’é una passione personale. E so che questa cosa non è sempre possibile combinarla.Rosa: condivido quello che ha detto Gerardo ossia il mio lavoro è la mia più grande passione, una passione che ho ereditato, che ho cresciuto e coltivato attraverso gli studi e l’esperienza lavorativa.Andrea: per me forse è un po diverso, mi piace molto interfacciarmi con le persone sin da piccolo, più sto a contatto con le persone e meglio sto, tanto è che adesso il mio lavoro è la relazione con i clienti. Il nostro è un lavoro continuo che spesso ci coinvolge a tempo pieno, ma questo è compensato dal fatto che il lavoro è una passione e quindi non pesa anche a ritmi così serrati o in momenti non lavorativi. Magari pensi ad una campagna di promozione ma l’idea non la trovi davanti al computer ma ad esempio durante una cena notando un semplice movimento di qualcuno seduto ad un altro tavolo.Il vostro rapporto con Roma?Gerardo e Rosa: noi siamo di Napoli ma da diversi anni viviamo a Roma. Andrea invece è di Villa Adriana vicinissima a Roma.Gerardo: personalmente avevo in mente Roma come un desiderio sin da piccolo, trasferirmi qui non è stato un caso ovviamente ma a me piace dire che ci siamo scelti!Rosa: certamente Napoli ci manca ma le due città sono così vicine che è facile spostarsi da una città all’altra, quando si è qui manca Napoli ma quando siamo a Napoli ci manca Roma.Qualche vostro indirizzo o posto preferito a Roma?Andrea: io sono innamorato di Trinità dei Monti, in particolare il muretto che affaccia sulla scalinata.Gerardo: a me piace il Pincio, forse sarò più romantico (dice ridendo n.d.r.).

Rosa: io aggiungo anche Ponte Milvio.